Salve Regina

from: AGENDA @EN
OTTOBRE 3, 2013
II prossimo 12 ottobre nella basilica di S.M.Gloriosa dei Frari a Venezia, sarà eseguito amche un mio nuovo "mottetto itinerante", un Salve Regina su tenor gregoriano.
Il progetto ha per titolo: ARCHITETTURE SONORE Omaggio all'Assunta
Il CORO PICCOLI CANTORI VENEZIANI sarà diretto da Diana D'Alessio. All'organo: Paola Talamini.
http://www.festivalgaluppi.it/

Salve Regina mottetto itinerante su una invocazione gregoriana
per Tenor (itinerante), doppio coro di voci bianche e organo
musica di Paolo Furlani

Il brano, nato su commissione dell’Associazione Corale Cantori Veneziani di Venezia, è stato ideato pensando alla sua esecuzione nella basilica di S.Maria Gloriosa dei Frari, a Venezia (12 ottobre 2013).
È composto come un mottetto polifonico rinascimentale, costruito sulla base di un Tenor: una melodia a valori lunghi, ricavata dalle prime invocazioni alla Madonna, contenute nell’antifona “Salve Regina”. Il canto dei diversi frammenti del Tenor è affidato a un piccolo gruppo, itinerante, che nel corso dell’esecuzione del brano si sposterà da dietro il pubblico, nascosto alla vista, e passerà attraverso le due ali di pubblico (seduto all’interno del Coro ligneo), per finire davanti ad esso, lontano, sopra il presbiterio (sotto la pala della “Assunta” di Tiziano, nell’altare maggiore).
Il canto itinerante del Tenor sarà come una icona sonora e visiva dell’attraversamento, del pellegrinaggio, della devozione verso l’immagine della Madonna.
Ogni frammento cantato dal Tenor viene ripreso e parafrasato dai due semicori disposti in alto, sulle cantorie, ai due lati del pubblico. La melodia del frammento di Tenor viene affidata alla voce superiore del coro e armonizzata con movimento paralleli (alla maniera del “faux bourdon”), spesso anche cromatici, che generano collegamenti armonici inusuali nella musica classica: un ponte verso l’armonia in uso nella musica moderna e neoclassica. Il Coro I rileggendo il frammento melodico aggiungerà anche qualche vocalizzo, solistico, come fosse un “tropo” (cioè l’aggiunta di note di abbellimento, veloci).
Grazie ad un artificio metrico assai in uso nella polifonia rinascimentale (la proportio Sesquialtera) sembrerà all’ascolto che il Tenor e i due cori battenti abbiano diverse velocità di scorrimento della musica: più austera, lenta, quella del Tenor, più animata, veloce, quella dei semicori. Sarà evidente all’ascolto anche una caratterizzazione ritmica di ognuno dei cori: la ripetizione di figure ritmiche sembra sottintendere la presenza dei modi ritmici, come avveniva nella polifonia della École de Notre-Dame de Paris, che nel 1200 ci ha donato i primi capolavori riconosciuti della storia della musica occidentale.

Il brano vuole essere un omaggio alla grande tradizione policorale veneziana, praticata soprattutto nella basilica di S.Marco, ma anche un rimando preciso alle composizioni musicali nate per le feste liturgiche: spesso in queste occasioni era prevista la processione: il movimento dei fedeli o degli esecutori all’interno della chiesa.