SINOSSI
In un salone della reggia i cortigiani attendono il risveglio dell’imperatore, origliando e spiando dal buco della serratura. Uno squillo di tromba introduce, dalla platea, l’imperatore che, appena sveglio, controlla allo specchio... la salute della propria lingua. Che vestito scegliere? Le risposte sempre più improbabili dei cortigiani vengono zittite dall’arrivo di due sarti, annunciati da uno squillo di tromba. Il tessitore più anziano magnifica una stoffa perfetta, più leggera dell’aria, che non può essere veduta da chi degno non è. Stupore e terrore tra i cortigiani: Sua Maestà ordina un vestito per sé. Compare la Regina ed anch’essa in un’aria di furore chiede un vestito. Nel concertato finale l’intera corte, uscendo, lascia i due tessitori al proprio lavoro.

I due tessitori rimasti soli canticchiano una strana canzoncina che parla di un “vestito di niente”... Arriva il Ciambellano: ha dei dubbi, ma presto li tramuterà in certezze, soprattutto dopo l’arrivo del Cortigiano a cui egli stesso si premura di mostrare le meraviglie che dice di vedere. Un trambusto fuori scena segnala l’arrivo dell’intera corte: i sovrani stanchi di aspettare vogliono vedere i vestiti nuovi. Essi subito realizzano che l’unica possibilità è fingere: l’imperatore decora i sarti con due grossi medaglioni, su una musica di Marcia.
I vestiti vanno provati! Tra le lodi sperticate dei cortigiani i tessitori spogliano e... rivestono i sovrani. Squilli di tromba annunciano l’inizio della parata che invade la platea: i sovrani si affacciano al balcone, tra le grida della folla - mentre i sarti riempiono le loro valigie di ori, argenti, ecc. - tra le quali solo la voce di un bambino rivela la verità: “le Loro Maestà non hanno indosso niente”. Nel pandemonio generale che ne segue i tessitori fuggono, l’imperatore reclama il boia, ma per chi? Per i due truffatori?
Solo un cortigiano chiede al pubblico di proteggere e far fuggire il bambino che ha detto la verità.