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IL GIORNALE DELLA MUSICA (recensioni on line) del 10.01.2010

Il gusto rossiniano di Furlani

Commissionato dal Carlo Felice di Genova, “Il vestito nuovo dell’Imperatore” è un’opera da camera per ragazzi che Paolo Furlani ha composto con la preziosa collaborazione librettistica di Gianni Rodari. La storia (tratta dalla celebre fiaba di Andersen) del vestito invisibile cucito da sarti astuti e imbroglioni per un Imperatore tanto vanitoso quanto allocco, ha suggerito a Furlani un discorso musicale piacevole in equilibrio fra soluzioni armoniche moderniste e un ampio melodismo. L’orchestra è una formazione sinfonica in miniatura con ricche potenzialità timbriche. E qua e là, nel modo di accompagnare o di ironizzare sugli avvenimenti, si avverte un gusto “rossiniano” che emerge anche sul piano vocale, ad esempio, nei virtuosismi “capricciosi” della regina. Un lavoro, insomma, interessante che tuttavia non ci sembra adatto alla fascia di età (dai 5 anni) indicata nel programma del Teatro della Tosse che ha ospitato lo spettacolo: il linguaggio musicale usato, la vicenda e il tipo di realizzazione richiedono una fascia superiore. Sul piano esecutivo, Federico Longo ha diretto un gruppo strumentale del Carlo Felice in una lettura corretta, ma uniforme e con dinamiche risultate eccessive essendo il complesso non in buca, ma sul piano della platea. Misurate e funzionali la regia di Enrico Campanati e la scena di Paola Ratto. Per il cast vocale, da segnalare innanzitutto il coro di voci bianche del Carlo Felice preparato da Gino Tanasini e chiamato a sostenere sia parti d’insieme che momenti solistici: tutti molto bravi per vocalità e verve scenica (da segnalare in particolare Elena Torrini che condivide con Giulia Campanella il ruolo del secondo sarto). Tre le voci adulte: Amedeo Moretti (Imperatore), Rita Cammarano (Regina) e Federico Longhi (primo tessitore).

(Roberto Iovino)

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da LA REPUBBLICA del 10.01.2010

Opera da favola

IL CARLO Felice l' aveva commissionata al giovane compositore Paolo Furlani per la scorsa stagione artistica, ma i tagli imposti dalla situazione finanziaria ne avevano decretato lo slittamento. Così Il vestito nuovo dell' Imperatore approda al Teatro della Tosse (partner del Carlo Felice insieme all' Opera Giocosa che in realtà ha già ospitato il lavoro nell' ottobre scorso) oggi nell' ambito della stagione per le famiglie. Un' operina "invisibile" come il vestito che i sarti imbroglioni confezionano per il vanitoso e credulone imperatore protagonista della fiaba di Andersen, ridotta a libretto da Gianni Rodari: nel programmaa stampa del Carlo Felice, infatti, non ve n' è curiosamente traccia! La direzione è affidata a Federico Longo, Enrico Campanati firma la regia. Il cast è formato da Amedeo Moretti (Imperatore), Federico Longhi (primo tessitore), Rita Cammarano (la Regina)e dal Coro di Voci Bianche del Carlo Felice diretto da Gino Tanasini.
Compositore e pittore, 45 anni, veronese di nascita ma residente a Venezia, Paolo Furlani è fra i musicisti italiani oggi maggiormente impegnati nel campo teatrale: "È la quarta opera per ragazzi che scrivo - spiega Furlani - E mi è stata commissionata lo scorso anno da Cristina Ferrari". Come nasce il suo interesse per il teatro? "Da una serie di fattori. Oltre agli studi musicali (clarinetto, composizione, musica corale) ho studiato all' Accademia di Belle Arti dedicandomi alla pittura. Mi ha dunque sempre affascinato anche l' elemento visivo. In più il mio amore per la letteratura mi ha portato sin da giovane a leggere più che romanzi, testi teatrali a partire dall' Aretino, da Michelangelo Buonarroti il Giovane. Non a caso la mia prima opera era ispirata a Ruzante. Ancora, ho studiato con Fabio Vacchi che è molto legato al Teatro e con Corghi che mi ha avvicinato al linguaggio rossiniano. Ricordo infine l' incontro con Luis Andriessen: vidi un suo spettacolo ad Amsterdam, visionario e affascinante che mi rivelò altri orizzonti musicali, un finto pop, imbevuto di Bach. Non sono diventato minimalista e neppure neoromantico, ma ho certamente mutato rotta, dirigendomi verso soluzioni più consonanti". Come sta il teatro, oggi? "C'è molta confusione. Nel mio corso di composizione al Conservatorio di Firenze, quando debbo parlare di teatro, faccio analizzare la struttura di un' opera come "Rigoletto". Scrivere un minuto di buona musica siamo tutti capaci, il problema è andare avanti, sviluppare le forme, i tempi, dare respiro alle frasi in rapporto ad un' azione. Di tutto ciò autori di spettacoli che oggi vengono contrabbandati per opere musicali, cosa sanno? Sono spesso allestimenti altamente spettacolari sul piano visivo, ma niente più".

(Roberto Iovino)