Il ricordo più caro che ho di Mario Messinis (che si è spento nel suo letto, l’8 settembre scorso), sono le lunghe passeggiate per andare o tornare dai concerti della Biennale musica, all’Arsenale. Mario, con Paola e spesso con Massimo e Lucia Contiero, ti prendeva dolcemente sotto braccio e lungo la strada si parlava di tutto ma soprattutto di musica contemporanea.
Apparentemente era lui ad aver bisogno di un appoggio, col suo passo un po’ incerto, ma in realtà era lui… a sostenermi!, chiedendomi a quale partitura stessi lavorando, che progetti avessi per il futuro, sempre curioso e persino un po’ ammirato del rinnovarsi dello sforzo creativo di un compositore.
Mi piace ricordarlo così, con un ricordo molto intimo, anche se a lui, alle sue direzioni della Biennale musica e del teatro la Fenice di Venezia si devono gli ascolti, le scoperte, e gli incontri dal vivo con Stockhausen, Kagel, Kurtág, Sciarrino, Vacchi e le loro musiche.